Abstract:
L'esperienza nel campo di Buchenwald, raccontata da Longhetto, traccia un quadro potente della tragedia della deportazione. L'autore illustra il percorso obbligato dell'internato: la descrizione, cruda e oggettiva, è divisa in tre parti. La prima descrive la Quarantena, un periodo di isolamento pensato per prevenire la diffusione di malattie infettive, ma che segna la spersonalizzazione degli individui. Terminata questa fase gli internati vengono assegnati ai block del lager e vengono costretti a lavori forzati, assurdi e umilianti. Nell'ultima parte del racconto Longhetto viene ferito alla testa e portato nel Piccolo campo, dove gli uomini incapaci di lavorare possono solo attendere il crematorio. Il dattiloscritto, ciclostilato in varie copie e inviato a numerose istituzioni, non trova sbocco editoriale, rimanendo sepolto negli archivi fino a quando l'interesse, inaspettatamente, viene riacceso da un quadro enigmatico, datato nel 1948. In questa grande tela conservata all'Istituto Lorgna-Pindemonte, Longhetto si ritrae come deportato, confinato in un angolo del dipinto, mentre il centro della scena è occupato dal preside di una scuola, ex gerarca, impegnato a ricostruirsi un'immagine adeguata ai tempi. Questo dipinto, documento delle contraddizioni del Dopoguerra, ha così consentito di restituire alla memoria una testimonianza straordinaria del campo di Buchenwald. Giovanni Longhetto (Meolo 1915-Verona 1999), pittore veneziano, entra nella Resistenza come partigiano delle Brigate Garibaldi. Nel 1944 viene arrestato a Monfalcone dalle SS italiane e, dopo due mesi di detenzione nel carcere di Trieste, è deportato a Buchenwald, dove rimane fino alla liberazione. Nel Dopoguerra si trasferisce a Verona, assunto in Comune grazie alle norme previste per il collocamento degli invalidi di guerra. Qui si stabilisce definitivamente, trascorrendo il tempo libero a Giazza e conservando la passione per la pittura. Impegnato nell’ANED, l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, muore col rammarico di non esser riuscito a pubblicare il suo memoriale.
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